AVENGED SEVENFOLD – The Stage

by Riccardo Basso

Premessa per gli hater: questa è l’analisi di un disco che prova ad evidenziarne pregi e difetti, se siete solamente interessati a criticare la band senza nemmeno aver ascoltato il disco passate alla seconda metà dove vengono elencati i difetti dell’album.

Cos’hanno in comune Avenged Sevenfold e Metallica? Anche se non sembra le due band hanno molto in comune, nonostante le sonorità non siano proprio simili. Entrambe infatti hanno sempre spaccato la critica, entrambe hanno più volte stupito i fan, entrambe sono spesso state l’oggetto di critiche insensate ed entrambe sono dei colossi della musica metal con i primi che ne sono il futuro e i secondi il presente. Per i four horsemen è stato significativo il cambio stilistico avuto tra il “Black Album” e la doppietta “Load” e “Reload“, per gli Avenged Sevenfold il famigerato album di transizione è stato “Hail To The King” (2013) che si è dimostrato un chiaro tributo a molte band storiche e che ha fatto storcere il naso a molti fan per via delle sonorità più classiche. “The Stage” è il settimo album della band californiana ed è uscito a sorpresa a fine ottobre, mossa che ha stupito critica e fan e che, a detto del sottoscritto, è stata una cosa molto furba soprattutto al giorno d’oggi visto che le band rilasciano 3/4 singoli che tendono a smorzare l’entusiasmo. La scelta degli Avenged Sevenfold va controcorrente, ma a lungo andare probabilmente premierà la band. “The Stage” è un album che mescola ancora le carte in tavola in casa Sevenfold, il disco in questione è un concept album sull’umanità e su come essa si stia autodistruggendo, e non è un disco semplice da ascoltare. L’album infatti porta la band anche in territori più orientati al prog, basti pensare alla conclusiva “Exist“, brano da 15 minuti che si rivela uno degli apici del disco, ma che ha diviso le opinioni. Questo album dunque richiede più ascolti per essere compreso e soprattutto richiede di essere effettivamente ascoltato come si faceva tempo fa: con il booklet in mano e ascoltando effettivamente il disco senza perdersi a fare altro. “The Stage” è un viaggio per l’ascoltatore e lo porterà a farsi anche delle domande, inoltre cresce con gli ascolti e ogni volta risulta fresco e ispirato, dopotutto gli Avenged Sevenfold sono degli ottimi musicisti e la coppia Gates – Vengeance riesce sempre a creare melodie e riff interessanti che raramente risultano banali. I punti più alti del disco possono ritrovarsi nella titletrack, della quale è stato rilasciato un video molto significativo, nella conclusiva “Exist“, di cui si è già parlato, e nella doppietta “Paradigm“-“Sunny Disposition“, le quali sono particolarmente divertenti. Il disco non è però esente da punti deboli, primo tra tutti sono senza dubbio i suoni: se è vero che l’album è originale, complesso e ben suonato, è anche vero che i suoni non sono proprio l’ideale per una band metal. Quest’ultimi infatti in alcuni frangenti risultano poco incisivi e piatti, soprattutto quelli della batteria: emblematica in questo senso è “Fermi Paradox” dove il lavoro dietro alle pelli di Brooks Wackerman (ex Bad Religion) perde tutta l’incisività che dovrebbe avere. Oltre a ciò vi sono un paio di pezzi che rispondono al nome di “Simulation” e “Angels” che sono poco ispirati e sanno di filler, soprattutto la prima.
Concludendo, “The Stage” è probabilmente il lavoro più complesso  e ambizioso della band americana ed è un album che richiede più ascolti per essere compreso perché non è immediato data la sua natura. Gli Avenged Sevenfold hanno fatto nuovamente centro e hanno nuovamente spiazzato tutti con un lavoro che è senza dubbio tra i migliori della band californiana, poco importa se le vendite nella prima settimana non sono state elevate come per i lavori precedenti, era scontato. Se non fosse per i suoni abbastanza deboli in certi punti e per un paio di pezzi poco ispirati, si potrebbe parlare del migliore disco della band. Con questo settimo sigillo la band americana comunque dimostra che le critiche che gli vengono spesso indirizzate a causa degli esordi metalcore (genere che la band ha smesso di suonare dal 2005 in favore di un heavy metal moderno e originale) e per via di un look particolare (anche questo abbandonato da anni) non hanno senso di esistere poiché la band al giorno d’oggi si candida ad essere uno dei capisaldi del metal moderno.

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