ETERNAL SILENCE – Uno sguardo verso l’esistenza

by Matteo Avola

Gli Eternal Silence hanno rilasciato da poco meno di un mese il loro nuovo full-length “Mastermind Tyranny” e la vocalist Ophelia ha risposto ad alcune nostre domande riguardo il nuovo lavoro e la scena attuale. Buona lettura!


Piacere. Mi chiamo Matteo e scrivo per conto di Metalpit. Innanzitutto, porgo i miei piu’ sentiti complimenti a ogni membro della band per il lavoro svolto sull’ultimo album “Mastermind Tyranny”. Sinfonia e potenza si mischiano assieme in un perfetto connubio di suoni e parole. Ogni traccia si distingue per la sua particolarità stilistica, rendendo piacevole l’ascolto. Raccontami un po’ della band. Il vostro moniker ha un significato particolare?

Ciao Matteo, grazie mille per i complimenti che hai rivolto a noi ES e al nostro nuovo nato “Mastermind Tyranny”. Eternal Silence è un simpatico gioco di parole, questo connubio tra l’Eterno Silenzio che rimanda con il suo significato a gotiche atmosfere e l’esatto opposto del silenzio dato dal notevole “rumore” che sappiamo fare tra orchestrazioni ben studiate e le performance di ogni singolo musicista.

Quali sono stati gli idoli musicali da cui avete tratto maggiormente ispirazione?

Non è semplice fare dei nomi che possano rendere l’idea di una ispirazione, siamo 5 teste che lavorano insieme per creare ciò che poi proponiamo al pubblico, 5 persone diverse nei modi e nei gusti musicali, se proprio dobbiamo fare dei nomi possiamo citare: Virgin Steele, Nightwish, Epica, ma tutta la musica è fonte di ispirazione.

Parlami un po’ dell’album. I vostri testi riflettono un profondo senso di ingiustizia per come la religione descrive l’esistenza umana. Per quale motivo avete deciso di affrontare il tema riguardante la strumentalizzazione della figura divina?

Con questo album abbiamo voluto lottare contro la manipolazione delle menti, non specificatamente a livello religioso, anche se in “Ashes of Knowledge” si fa riferimento all’Inquisizione Spagnola. Più ampiamente, critichiamo ogni forma di imposizione, ogni dogma che non possa assolutamente esser messo in discussione, ogni dipendenza che annebbia le menti e le corrode riducendo l’uomo a comportarsi come un essere senza volontà: ne è un esempio “Game of the Beasts”, in cui la droga e le dipendenze portano l’uomo a compiere atti di efferata violenza.

Vi siete basati su qualche esperienza personale ?

Ci siamo lasciati ispirare dal mondo che ci circonda, dalla storia, dalla religione e da esperienze personali, ogni evento ed ogni persona possono insegnarci qualcosa, che sia positivo o negativo.

La cover rosso sangue ha qualche relazione particolare con il tema centrale dell’album?

Citando Dante, ci siamo catapultati in un mondo infernale, ove ogni peccato viene punito, ove grida strazianti feriscono le persone sensibili fino a farle sanguinare. Il rosso e il nero sono colori molto forti e a parer nostro sono i più adatti a rappresentare questo album e i suoi contenuti.

Parlando della scena metal in Italia qual è il tuo parere in merito? Pensi che la nostra cara terra sia capace di apprezzare il metal senza farne troppo uno stereotipo?

Questa ricorrente domanda mi mette sempre un po’ di tristezza.
Sono certa che la musica metal non sia uno stereotipo negativo, almeno non per tutti, ma come per ogni genere musicale, artistico, come per qualsiasi cosa condivisa, ci sarà sempre chi lo apprezza e chi non lo sopporta. Credo che le etichette attribuite ad un genere siano anch’esse una forma di manipolazione, tanto che invece di ascoltare un canzone e decidere con la propria testa se ci piace oppure no, ne guardiamo l’etichetta e decidiamo a prescindere se sia o meno di nostro gusto.
In Italia c’è spazio per tutta la musica, metal compreso, basta volerlo.

Avete mai pensato di esibirvi in centri culturali adibiti a teatro, magari al fianco di un’orchestra o di una corale?

Sì, sono anni che abbiamo questa idea, ma non abbiamo ancora trovato il giusto equilibrio per realizzarla. Chi lo sa, magari prima o poi ci riusciremo e siamo sicuri ce sarà un’esperienza indimenticabile, almeno per noi!

Bene! Io con le domande ho finito. Grazie mille per il tempo che mi avete dedicato. Un grazie a tutti i ragazzi del gruppo. Continuate così!

Grazie a te e a tutti i lettori. A presto!

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