KALEDON – Lo streaming porterà all’annientamento delle band, prima di tutto le piccolissime

by Dario De Marco

Avendo molto a cuore le band Power Metal italiane, mi sono interessato ultimamente ad una di esse, i romani Kaledon, che quest’anno festeggiano i vent’anni dalla formazione avvenuta nel 1998. Ho avuto dunque il piacere di fare quattro chiacchiere con il chitarrista e leader della band, Alex Mele, nonchè autore del concept “Legend Of The Forgotten Reign” che si riflette sugli album della band. Buona lettura!


Ciao Alex, come stai? Benvenuto su Metalpit.it

Entriamo subito nel vivo del vostro nono lavoro: “Carnagus: Emperor of The Darkness”, da molti definito come il vostro miglior lavoro, più completo, anche per l’entrata nella band di Michele e Manuel… come è stato collaborare con le due new entry e quali cambiamenti pensi abbiano portato rispetto al passato?

Ciao Dario qui tutto bene, grazie per i complimenti al nostro disco!
Sicuramente è un lavoro maturo e molto complesso. Ci ho lavorato per più di due anni. Senza ombra di dubbio, poi, i nuovi arrivati hanno portato aria fresca e nuove idee che prima non c’erano. Siamo sicuramente contenti di questi innesti. Abbiamo lavorato molto insieme prima di realizzare il disco, e quindi si è creata la giusta alchimia, necessaria in queste cose.

Parlando dell’album, riprende la storia di Carnagus, l’antagonista principale di Antilius nel concept, narrata dal suo punto di vista come i due album precedenti, giusto? Come mai la scelta di puntare su uno dei cattivi?

Non c’è un motivo particolare. Ho solo scelto di analizzare in dettaglio uno dei personaggi principali della storia! Ne vedremo sicuramente delle belle anche in futuro!

La scelta di far virare il sound verso atmosfere più dure e oscure è dovuta solo al fatto di trattare un personaggio antagonista o è stata una scelta compositiva?

Sicuramente è un mix delle due cose! Da sempre ho scritto musica in base a quello che la canzone voleva trasmettere. Parlando di tematiche forti e “malvagie”, queste sonorità erano perfette. Se poi aggiungi che di fatto, vanno anche parecchio di moda beh… abbiamo fatto centro.

Tra i brani più efficaci troviamo “The Two Bailouts”, con un ritornello memorabile, e “Telephatic Message”, in cui è stata inserita una parte in scream che evoca atmosfere un po’ Black… ci puoi dire chi era al microfono e come è nata la collaborazione?

Ti ringrazio, quel brano piace molto anche a me! Per quanto riguarda la voce in scream è James Mills dei nostri amici inglesi Hostile. Abbiamo suonato molto insieme tra il 2013 e l’anno scorso, per cui pensare a lui è stato del tutto naturale. Gli abbiamo mandato i file su cui lavorare, e lui ci ha rimandato il tutto indietro. È stato fantastico!

Avete in mente un tour all’estero o avete già fatto qualche data?

Valutiamo tutte le date o i tour che ci propongono, ma facciamo solo quelle che per noi hanno senso! Questa è un epoca davvero buia per la musica e ci sono molti squali con l’unico obiettivo di fregare le band. Per fortuna noi abbiamo tanta esperienza sulle spalle, per cui sappiamo che se ti chiedono 1000 € a data per fare un tour, che poi attirerà forse 300 persone a sera beh, decisamente non ne vale la pena! Specialmente perché, alla fine del giro, non sarà cambiato assolutamente nulla.

L’artwork è uno dei più belli che siano stati realizzati per voi… chi è l’autore? Si può dire che ci sia stata una bella evoluzione nelle vostre copertine rispetto ai primi lavori che ricordano un po’ troppo lo stile anni ’80 nonostante fossero album dei primi 2000, in particolare Chapter 1?

Questo artwork è stato interamente realizzato da Jean Pascal Fournier, che aveva già lavorato con noi su Chapter 6! Siamo molto soddisfatti del suo lavoro. Ovviamente sì, esperienza e ovviamente maggiori budget da investire, hanno fatto sì che anche l’aspetto estetico migliorasse! La copertina di Chapter 1 fu “Copertina più brutta del 2002”! Direi che avevano ragione (ride).

Per quanto riguarda la produzione di Simone Mularoni cosa mi dici?

Un lavoro mastodontico. Siamo assolutamente felici del risultato e di come abbia lavorato. Ci conosciamo bene da tanto tempo, e quindi anche in questo caso c’è stato feeling e gioia di lavorare insieme!

Il rapporto con l’etichetta discografica procede bene questa volta? E a proposito di etichette, ho visto che siete finalmente riusciti ad ottenere dalla Steelborn le vecchie copie dei vostri primi tre lavori… sono ancora molte? Pensi ci sia la possibilità di una futura ristampa?

Purtroppo no… posso affermare con certezza e fermezza che il mio più grande errore è stato quello di passare con l’attuale casa discografica! Mi fermo qui altrimenti mi comprometterei. Riguardo i primi dischi, beh, non credo abbia senso ristamparli… Probabilmente, se la gente fosse ancora interessata alla musica, avrebbe senso ri-registrarli ma l’unico risultato sarebbe quello di riempirci un magazzino perché la gente li sentirebbe gratuitamente su Spotify… per cui… no!

L’ultima volta che vi ho visti avete eseguito egregiamente un brano che non suonavate più da tempo, “The New Kingdom”… pensi ci sia la possibilità di inserire più avanti in scaletta live brani tratti dal passato come “Thunder In The Sky”, “Spirit Of The Dragon”, “God Says Yes”, “Home”, “Mighty Son Of The Great Lord”, “In The Eyes Of The Queen” o “Clash Of The Titans” ?

Sicuramente sì… ci stiamo lavorando! Non voglio aggiungere dettaglio per non rivelare troppo di quello che stiamo facendo (sorride).

Ho sentito dire che Chapter 4 resta il vostro capolavoro consolidato della fase più Power. È per questo motivo che avevate deciso di ristamparlo?

Beh, sicuramente è il disco dei Kaledon che ha venduto di più in assoluto, e che ha avuto il maggior numero di edizioni. È stato stampato in Europa, in America e in Giappone in edizione limitata. Poi, siccome le copie erano finite tutte, gli abbiamo dato una nuova veste nel 2015, aggiungendo due brani ri-registrati con Michele alla voce.

Al di là delle tensioni interne e scelte personali che ne sono derivate, che rapporti hai oggi con i due precedenti frontman Marco Palazzi e Claudio Conti? Quali pensi siano stati i loro punti di forza per il tuo progetto nel corso degli anni? Presumo che i brani siano sempre stati scritti per adattarli alle loro voci, giusto?

Con Marco mi sento spesso, e posso affermare che i rapporti sono tornati sereni e piacevoli come all’inizio della nostra collaborazione. Claudio lo sento di meno, perché è assente dai maggiori canali social odierni. Avendo poi vite completamente piene di impegni è parecchio difficile incontrarsi casualmente. Però i rapporti sono buoni anche con lui. Ci siamo sentiti di recente! (sorride) Sicuramente Claudio è stato per i Kaledon il pilastro su cui abbiamo versato le fondamenta. Ha prestato la sua voce acuta e potente ai primi quattro album della band, e ne sono tutt’oggi molto fiero ed orgoglioso. Marco ha raccolto forse i frutti del lavoro svolto da Claudio e ha portato avanti un eredità non facile. La sua voce ha finito di raccontare la saga ed ha iniziato il nuovo percorso intrapreso dalla band. Mi piace ogni cosa fatta anche con lui!

Se non ricordo male ho capito che festeggerete il ventennale della band a Roma ad ottobre con anche i membri storici della band… pensi che potremmo avere il piacere di vedere sul palco tutti e tre i cantanti, Claudio, Marco e Michele insieme?

Sarebbe un sogno… Ci sto lavorando!

Se oggi qualcuno volesse inserirsi nel panorama Metal in Italia, scrivere e pubblicare un proprio disco o progetto personale, cosa gli consiglieresti?

Gli consiglierei di lasciare perdere! (ride) Scherzi a parte, lo metterei in guardia sullo schifo che c’è in giro in questi anni. Lo avviserei del fatto che, se lo fa, lo deve fare per passione e non deve aspettarsi di fare soldi o cose simili. L’avvento del digitale, nelle forme che consociamo oggi, ha completamente ucciso ogni possibilità di fare di questa grande cosa che è la musica, un mestiere. Avere tutta la musica che vuoi a disposizione gratuitamente nel tuo telefono tramite Spotofy, ha fatto perdere il rispetto della musica stessa! Faccio click… mi fa cagare? Ok… passo al prossimo gruppo e cosi via! È vero che tanta gente dice che così, è più facile farsi conoscere ma… onestamente… farsi conoscere in questo modo non mi interessa molto! Pensa che le band (ammesso che siano loro a caricare i dischi online) ricevono 10 $ ogni 10.000 ascolti! Il che vuol dire che, per come la vedo io, è una truffa legalizzata! Un modo di rendere legale la pirateria! Siccome arginarla è impossibile, facendo così si è reso legale l’utilizzo dello streaming selvaggio e brutale. Questa situazione porterà al totale annientamento delle band… Moriranno prima le piccolissime… poi le medie e così via! Sopravviveranno solo i super big che, venderanno  i biglietti dei loro concerti a prezzi stellari!

Concludo con un’ultima domanda, come vedi il panorama Metal italiano oggi e come vi vedete inseriti? Se posso farti qualche nome puoi dirmi cosa ne pensi? Rhapsody? Labyrinth? Secret Sphere? Elvenking? Trick Or Treat? DGM? Ho visto che hai apprezzato molto anche tu l’album “The Fallen King” dei Frozen Crown.

Conosco personalmente parecchi componenti delle band che hai citato! Li stimo tutti tantissimo e in alcuni casi c’è anche amicizia vera dietro! La scena è molto valida e ci sono delle realtà incredibili. Noi ci vediamo inseriti come una band presente da 20 anni ormai che, nel bene o nel male, ha fatto parlare di sè.  Ci siamo ritagliati il nostro angolino di gloria, ecco… Ho apprezzato molto anche il disco dei Frozen Crown! Fanno esattamente il genere di musica che ho sentito anni fa. Davvero bravi!

Alex, ti ringrazio per la chiacchierata e la disponibilità, anche a nome di tutto lo staff di Metalpit… è stato un piacere, ci rivedremo a qualche live!

Grazie a te Dario… Piacere mio… Ci vediamo on the road!

 

 

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