SODOM – Questa musica è la mia vita e non voglio pensare a una fine

by Riccardo Basso

La pubblicazione del nuovo EP “Partisan” ci ha consegnato i Sodom in uno stato di grazia. Abbiamo quindi colto l’occasione per parlare assieme a una leggenda quale Tom Angelripper della nuova pubblicazione, del rientro di Blackfire in formazione, dei primi tempi e anche degli Onkel Tom. Buona lettura!

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Ciao Tom, sono Riccardo di Metalpit.it, grazie per il tuo tempo!
Iniziamo dal nuovo EP, “Partisan”, è rabbioso e suona veramente old school, dove trovi l’ispirazione per scrivere musica dopo tutti questi anni?

Vogliamo dimostrare alla gente che siamo ancora vivi e che continuiamo a muoverci dopo un anno turbolento. I nuovi pezzi rimarcano la nuova direzione musicale. Promuovere l’EP durante l’Headbangers Ball Tour che si è appena concluso è stata una buona idea. Credo sia molto importante essere creativi e in salute. Questa musica è la mia vita e non voglio pensare a una fine: ho molti piani per il futuro dei Sodom.

Questa è la prima volta volta in cui la line-up dei Sodom è composta da quattro elementi, perché hai deciso di andare in questa direzione?

Ora siamo in grado di suonare pezzi che con una chitarra non avrebbero funzionato. Nemmeno il mio basso può rimpiazzare una seconda chitarra, live il suono è più brutale e dinamico. Avevo pensato a un secondo chitarrista anni fa, ne avevo parlato con Bernemann, ma mi ha detto che non avrebbe mai accettato un secondo chitarrista al suo fianco.

Molti fan sono felici del ritorno di Blackfire, cosa ti ha portato a suonare ancora con Frank?

Oh sì, dopo la separazione con Berni e Makka ho contattato Blackfire per entrare nella band, sapevo che aveva il suo progetto solista e che suonava con gli Assassin. Mi ha detto che al momento quelle band non gli richiedono troppo tempo e che avrebbe dedicato il tempo necessario per unirsi ai Sodom per le prossime prove e per i prossimi concerti. È stato fantastico ed è un’ottima possibilità per lui per tornare nella scena metal internazionale. Sono rimasto impressionato quando ha suonato alcuni pezzi per lo show anniversario dei 35 anni a Bochum. È stato fantastico. Successivamente quando abbiamo provato per la prima volta “Nuclear Winter“, “Sodom & Lust“, “Christ Passion” ero meravigliato che la chitarra suonasse esattamente come su “Persecution Mania” e “Agent Orange”. Ora possiamo suonare i pezzi nella loro forma originale live. Frank è ancora una delle persone più belle che abbia mai incontrato.

Parliamo del vostro concerto estivo al “Rock The Castle”:  ci sono stati problemi logistici, ma è stato veramente intenso. Posso chiederti cos’è successo davvero? Perché siete stati costretti a suonare solo pochi brani?

Abbiamo avuto un enorme ritardo in aeroporto a Düsseldorf, quindi siamo arrivati molto tardi. Ho chiamato il promoter per sapere se fosse possibile posticipare il concerto, ma senza fortuna. Tutte le band che avrebbero dovuto suonare dopo di noi non hanno voluto cambiare i loro slot per farci fare un set intero… è molto triste, ma sono cose che succedono nel business.

Il 2019 segna il 30esimo anniversario di “Agent Orange”, state pianificando qualcosa per celebrare un traguardo così importante?

Forse, stiamo pensando di fare alcuni concerti suonando tutto l’album… sarebbe fantastico.

I Sodom hanno una storia lunga, sono una delle band thrash metal più importanti a livello mondiale. Quando hai realizzato che la vostra musica fosse così importante per molte persone?

Hai ragione, quindi torniamo ai gloriosi vecchi tempi. Nell’82 non pensavamo che la band sarebbe stata così influente in futuro. La nostra musica era solo una rivoluzione contro i genitori, gli insegnanti, il sistema e anche i poser e i poppettari che odiavano questa musica. I fan del metal erano una minoranza perché generi come la Deutsche Welle e la New Wave erano molto popolari a inizio anni ’80. A scuola ero in classe con trenta studenti ed ero l’unico che ascoltava metal. Era strano, ma ci rispettavamo. Dopo il primo EP abbiamo iniziato a ricevere buone recensioni e buone reazioni dai fan. Da quel momento eravamo parte della scena metal internazionale. Ho anche capito che c’è una nuova generazione di fan che sta nascendo e che apprezza le band più vecchie e storiche.

Puoi dirci qualcosa del nuovo album degli Onkel Tom? Cosa ha portato al dividerlo in due?

Abbiamo registrato circa venti canzoni, quindi le abbiamo divise in due CD. Prima del mastering ci è venuta l’idea di mettere le drinking songs su un CD e quelle più serie su un altro, ma alla fine siamo soddisfatti del risultato. Il CD mescola metal, punk e rock, quindi ci sono canzoni per ogni tipo di fan.

Il primo disco è festaiolo, mentre il secondo è più metal e serio. Lo avete deciso in partenza o è semplicemente successo?

Non è una cosa che puoi pianificare. Abbiamo scritto circa venticinque pezzi e alla fine abbiamo scelto la tracklist per i due dischi…

So che è passato un po’ di tempo da quando i Big 4 teutonici hanno suonato assieme, ma continuo a sperare in un tour con voi, Kreator, Destruction e Tankard. Credi sia qualcosa di fattibile?

Spero possa succedere un giorno, ma non è semplice perché abbiamo diverse case discografiche, compagnie e publisher. Quando incontro gli altri, ne parliamo sempre perché abbiamo ancora una buona relazione e siamo buoni amici, vedremo.

Questa era l’ultima domanda, sentiti libero di dire quello che vuoi ai nostri lettori.

Grazie per il vostro leale supporto a me e alle mie band, spero di vedervi presto on the road. We love you.

 

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