BULLET-PROOF – Forsaken One

by Luca Gazzola

I Bullet-Proof sono un gruppo thrash metal italo-slovacco nato nel 2014 dall’unione di membri uscenti da Anguish Force a cui si sono uniti il chitarrista solista di Feline Melinda e il bassista italiano Diego Polli. Esordiscono nel 2015 con De Generation che ha riscosso un discreto successo, mentre da questa primavera va avanti un loro tour promozionale di questo album uscito a due anni dall’esordio. La batteria è scatenata ma senza azzardare cose impossibili, onnipresente fino all’ultimo minuto, il basso regge il gioco lasciandosi andare in qualche giro più articolato, le chitarre sono semplicemente possenti con sonorità variabili che spaziano tra l’heavy e il thrash metal, la voce è pulita alla Dickinson pur non si spingendosi molto ai limiti. Le registrazioni sono limpide e il mixaggio ricorda quello dei Metallica (non “Justice for All” fortunatamente). Le canzoni hanno una durata variabile dai 4 ai 6 minuti abbondanti per una durata complessiva di 47.41 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Might Makes Right“: primo pezzo. Inizio in perfetto stile Slayer, per poi passare alle strofe in cui si percepisce l’influenza di Megadeth e altri gruppi thrash. L’assolo tecnico che si rifà in parte a “il volo del calabrone” è semplicemente spettacolare, anche se breve.
  • I Was Wrong“: quarta canzone dell’album. Pezzo relativamente più lento e melodico dell’album, con tanto di assolo. Pezzo inconfondibile, più heavy che thrash.
  • Abandon“: quinto pezzo. Inizio particolare, con le voci concitate di un litigio in famiglia, poi degenera sia nella musica che nel dialogo. Pezzo piuttosto heavy con influenze thrash, ma a differenza del precedente è più veloce e pesante, come se iniziasse la seconda parte dell’album dopo una pausa per respirare.

Rispetto al disco precedente hanno ridotto l’influenza di Megadeth, aumentato quella dei Metallica e introdotta la componente Slayer in alcuni pezzi. Gli assoli sono stati raffinati e allargati, i suoni ampliati e le melodie sono state migliorate. Un buon album, soprattutto all’inizio, da non perdere per gli amanti del genere.

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