BVDK – Architecture of Future Tribes

by Andrea Rossano

Architecture of Future Tribes” è il primo LP per i francesi BVDK, acronimo di Bree Van De Kamp, personaggio di fantasia interpretato da Marcia Cross e tra le protagoniste del ben noto Desperate Housewives.
Dopo questa breve digressione sul significato del nome, possiamo dire che i BVDK, rispetto all’ottimo EP “Virgin Summer” del 2016, qui compiono un mezzo passo in avanti e mezzo passo indietro: in avanti dando maggior spazio a sonorità elettroniche e tribali, indietro dilatando senza un valido motivo la lunghezza dei brani, quasi tutti di durata superiore ai sei minuti. I brani nel loro complesso risultano tutti interessanti, ma sono appunto afflitti da una longevità esagerata, vista la struttura binaria (Post) Black/Electro – Ethnic Beats / (Post) Black.

Il pregio di questo disco, seppur in modo limitato, è quello di trasportare l’ascoltatore in territori ancora sperimentali in ambito Black Metal, fatti di vapori elettronici, canti e ritmi tribali (“Nana Buluku” su tutti). Allo stesso tempo non mancano esempi di Black “sintetico” ben rodati come “La Langue Sanglante, che sembra uscita dal remix di “In Times Before the Lights” dei The Kovenant, dove la chitarra è l’assoluta protagonista.

Ci sono almeno due costanti in “Architecture of Future Tribes: la batteria campionata sempre serrata, un blast beat continuo potremmo dire, interrotta solo dagli intermezzi elettronici e afro beats; e i campionamenti presi dalle colonne sonore di diverse pellicole internazionali. Senza citarle tutte facciamo nomi come “Masked Ball” di Jocelyn Pook, presa da Eyes Wide Shut, “Ederlezi: Times of the Gypsies” di Goran Bregović (presente in Dar Er Salaam, dove troviamo aperture degne di Alcest), intermezzi parlati presi dalla serie animata di Attack on Titan e “Traditional Song of Shadows” della serie Shinsenkai Yori, che letteralmente introduce il disco. Sparsi in tutte le tracce invece troviamo riferimenti alla musica tradizionale africana e haïtiana.

In definitiva il disco dei BVDK è godibile, le influenze interessanti non mancano, ma in futuro il minutaggio delle tracce andrebbe rivisto per offrire un miglior connubio tra Black Metal e sperimentazione elettronico-etnica.

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