CRYPTIC SHIFT – Visitations from Enceladus

by Nicola Mercuriali

Ai Cryptic Shift piace la fantascienza anni ’80, quella cruda e senza compromessi, fatta di storie di fughe su altri pianeti e nomi impronunciabili di divinità spaziali che vagano per il cosmo. È un mondo che ha conosciuto una nuova esplosione negli ultimi anni, affascinando e ispirando molte più band di quelle che ci si può immaginare e trovando un bel seguito nella comunità metal mondiale, tanto che le uscite degli ultimi album di gruppi come Blood Incantation e Tomb Mold sono stati veri e propri eventi.

E i Cryptic Shift non vogliono essere da meno. Non sono da meno.

Visitation From Enceladus” è il primo LP del gruppo e giunge a 4 anni precisi dalla prima prova del gruppo inglese, l’EP “Beyond The Celestial Realms”. Lo stile è maturato in direzione dell'”astrodeath” dei sopra citati Blood Incantation, anche se sono mantenute alcune radici thrash delle origini: alcuni passi dell’immane odissea di 26 minuti dell’opener “Moonbelt Immolator” ricordano canzoni dei Vektor e questo è tutt’altro che un problema. Le chitarre e il basso fretless si intrecciano e fanno magie, svolgendosi in accordi dissonanti, riff assurdi e una pioggia di assoli. Ogni nota racconta una storia che va a colorare i growl di Xander Bradley, trasformando l’esperienza in un film straniante e oscuro. I passaggi tra le varie sezioni del racconto musicale sono mediati con maestria e gli strumenti si supportano sempre in maniera elegante, senza mai lasciare l’amaro in bocca per una transizione buttata via. I cromatismi, le dissonanze, la voce robotica, gli strani effetti e le fulminee parti in chitarra clean che fanno sbocciare il basso in assoli liquidi trascinano l’ascoltatore dentro al buco nero della storia lirica e musicale senza stancare: nonostante i tre quarti d’ora abbondanti, l’album scorre con piacere e si presta volentieri a nuovi ascolti.

Seppure i Cryptic Shift non escano dagli stilemi del genere e calchino un solco già battuto da altri grandi nomi, con le quattro tracce di “Visitations…” lanciano il loro nome in orbita e puntano alle stelle più lontane, preparando la strada per le prossime uscite che li faranno brillare come supernove.

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