DRAKKAR – Cold Winter’s Night

by Fernanda Serufilli

Drakkar: un gruppo che non ha decisamente bisogno di presentazioni, in quanto facente parte a pieno titolo della storia del Power Metal italiano da ben 23 anni. “Cold Winter’s Night” è il titolo del loro ultimo lavoro, in uscita il 27 Aprile con My Kingdom Music; trattasi di un EP contenente tre inediti più il loro classico Invincible in versione live (dal Born To Fly Festival) come bonus track. L’EP sarà disponibile in due versioni: la limited deluxe edition in digipack ed una speciale edizione in vinile strettamente limitata a 200 copie, nel formato da 12 pollici e contenente un’ulteriore bonus track: “Rainbow In The Dark” dei Dio rivisitata in pieno stile Drakkar.

L’ascolto di questo EP non si prospetta del tutto semplice: ci si trova di fronte ad una band con una lunga storia alle spalle, fatta di successi e molti lavori pubblicati, che però questa volta sembrerebbe non aver espresso il 100% del proprio potenziale. Ciò potrebbe suonare strano, in quanto l’esperienza musicale del gruppo è chiaramente udibile, così come lo stile pienamente epico e caratteristico del loro genere, a cui risultano sempre essere molto devoti nel sound; l’intera produzione è costellata di variazioni ritmiche interessanti e a tratti complesse che dovrebbero tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore, così come la particolare voce del cantante, dal timbro aggressivo e robusto, aggiunge molto al valore musicale del prodotto finale. È indubbia la competenza tecnica di ogni membro del gruppo, più volte dimostrata anche in passato e decisamente evidente anche in questo ultimo lavoro, il livello della produzione musicale è alto e le influenze stilistiche (Running Wild, Helloween ed altre puramente Heavy Metal) sono ben riconoscibili.

Una menzione particolare va alla terza traccia, intitolata Leviathan Rising (Death From The Depths – part 1)” , a parer mio la migliore; risalta rispetto alle altre due tracce inedite sotto ogni aspetto: il ritmo è ancor più incalzante, l’atmosfera diviene maggiormente evocativa, i riff delle chitarre possiedono uno sprint che cattura l’ascoltatore e rende ad esso ben noto che qualcosa di importante stia accadendo. La voce stessa assume sfumature differenti, più cupe e vigorose, ed il brano – nella sua interezza – trasmette un’energia intensa all’ascoltatore. Tuttavia nel complesso c’è qualcosa che sembra mancare, un elemento indefinito e non identificabile che potrebbe essere la scintilla che fa brillare l’intera creazione, quel “qualcosa” che fa innamorare all’ascolto e che non può essere inserito meccanicamente in un manufatto artistico.

In conclusione, mi sento di consigliare l’ascolto di questo EP a chiunque, dai nuovi ascoltatori dei Drakkar chi li ha ascoltati solo sommariamente, anche (e forse soprattutto) ai fedelissimi che li seguono sin dagli esordi, in quanto si tratta di un lavoro indiscutibilmente valido; tuttavia a questi ultimi suggerirei di approfondire, soffermarsi molto su ogni dettaglio durante l’ascolto e di cercare quell’elemento che sembra mancare, ma che forse è solo molto ben nascosto e fruibile unicamente a coloro che riescono a trovarlo.

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