ELUVEITIE – Evocation II – Pantheon

by Matteo Avola

Molte sono state le voci e molti sono stati i dubbi sulla nuova formazione capitanata dal Rasta elvetico Chrigel Glanzmann. Dopo l’uscita dalla band di Anna Murphy, Ivo Henzi e Merlin Sutter tutti noi fan temevamo che fosse giunta la fine per gli Eluveitie. Ma non è così. Ve lo posso assicurare. Chrigel ha saputo affrontare a testa alta questa sfida che la vita gli ha posto colmando il vuoto lasciato da questi tre importanti e storici membri, sostituendoli con altri che a mano a mano riusciremo ad apprezzare grazie a questo full-length.
Innanzitutto parliamo della nuova voce femminile, l’arpista Fabianne Erni. Un personaggio vocalmente del tutto diverso da Anna. Fabianne presenta un timbro più caldo e maturo, dai tratti quasi eterei. Una sfida importante anche per lei iniziare subito la sua carriera con gli Eluveitie in veste di cantante principale in “Pantheon“, con Chrigel che ha voluto probabilmente metterla alla prova facendosi da parte con i suoi graffianti growl.
Per quanto riguarda gli strumenti, invece, alla ghironda è stata ingaggiata una signorina di nome Michalina Malisz, alla chitarra Jonas Wolf e alla batteria Alain Ackermann. Tutti artisti che presto o tardi ammireremo per le loro doti stilistiche, ovviamente senza dimenticare i precedenti membri.
Passiamo ad analizzare l’album. Per chi conosce bene il primo “Evocation” era facile immaginare che il lato metal della band sarebbe stato completamente assente anche in questo seguito. Il folk prevale. L’antico prevale sul moderno.
“Pantheon” principalmente utilizza come elemento narrativo le divinità pagane presenti all’interno della cultura celtica, alcune note a tutti noi per il nome e altre meno, ma non per questo poco importanti. Le tracce sono tante e sono tutte cantate in lingua gallica. Una scelta azzeccatissima per poter ricordare i giorni gloriosi di antiche civiltà quasi del tutto cancellate.
Epona“, primo singolo rilasciato dalla band, è quella che a parer mio è la meno convincente. Non dico che è brutta, ma se ascoltate bene noterete che a tratti ricorda “King of the Fairies” dei Waylander. Stessa cosa per “Antvmnos“, una sorta di ripresa dall’amata “Scarborough Fair” per renderla qualcosa di propria creazione. Forse una mancanza d’ispirazione creativa da parte di Chrigel o semplicemente un’espansione artistica di quel brano per poterlo elevare a qualcosa di migliore?
Una traccia che mi soddisfa maggiormente è “Artio“: qui Fabianne dà prova della sua voce con intensa purezza, come se stesse pregando confortata dalla presenza della dea dell’abbondanza e della caccia.
In conclusione devo ammettere che non è male come inizio per Fabianne e gli altri nuovi musicisti. L’elemento Ambient che li accompagna è d’obbligo in questo caso. Glanzmann ha curato ogni minimo particolare, come se stessero tutti suonando allegramente in una foresta, ringraziando eternamente gli dei.

Tracklist:

1. Dvressu
2. Epona
3. Svcellos II (Sequel)
4. Nantosvelta
5. Tovtatis
6. Lvgvs
7. Grannos
8. Cernvnnos
9. Catvrix
10. Artio
11. Aventia
12. Ogmios
13. Esvs
14. Antvmnos
15. Tarvos II (Sequel)
16. Belenos
17. Taranis
18. Nemeton

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