FIVE FINGER DEATH PUNCH – And Justice For None

by Riccardo Basso

Il 2018 è stato protagonista del tanto atteso ritorno discografico dei Five Finger Death Punch, band americana che ormai può essere annoverata tra i pesi massimi della scena e che propone un metal a base di riffoni e groove, che però all’occorrenza strizza anche l’occhio a sonorità più commerciali e radiofoniche. Questo nuovo And Justice For None non fa eccezione, poiché il gruppo americano cambia di poco o nulla le carte in tavola. L’ultimo periodo non è stato certamente facile per la band di Las Vegas, poiché tra una causa contro la propria etichetta e le varie crisi di Ivan Moody, i Nostri hanno rischiato di vedere la propria carriera bloccarsi e distruggersi proprio all’apice del successo. Questo nuovo album è quindi un segnale molto forte per i fan e per la scena intera; il disco si apre con due pezzi tirati, ovvero “Fake” e “Top Of The World“, dove ritroviamo tutto ciò che ha reso famosa la band: riffoni, groove, un Moody dietro al microfono più incazzato che mai e ritornelli melodici. Dopo un altro filotto di canzoni divertenti e caciarone, come “Fire In The Hole, che è probabilmente uno dei pezzi più tamarri mai scritti dalla band, arriviamo all’emozionale “I Refuse“, la prima delle tante (troppe) ballad presenti nel disco e che richiede più ascolti per essere apprezzata appieno. Tutta la seconda parte dell’album è un insieme di power ballads (“When The Seasons Change“, “Stuck In My Ways“, “Gone Away” e “Will The Sun Ever Rise“) e pezzi più tirati; proprio qui abbiamo il problema principale del disco, perché “And Justice For None” è un ottimo ritorno in pista, ma ha troppi pezzi lenti che vanno a diluire eccessivamente i pezzi più tirati. Per carità, alcuni di questi lentoni sono ben riusciti, basti pensare a “When The Seasons Change” e “Gone Away” (cover dei The Offspring), ma altri sono veramente terribili. Emblematica è in questo senso la conclusiva “Will The Sun Ever Rise“, dove i Nostri si riducono ad essere una copia dei Nickelback. Nell’edizione bonus dell’album troviamo in apertura “Trouble” che, assieme a “Fake“, regala una partenza al cardiopalma e in chiusura ci sono le buone “Bad Seed” e “Save Your Breath” (a detta di chi scrive, il pezzo migliore del disco). Una cosa che si nota a fine album è senza dubbio la facilità con la quale band è riuscita a comporre un disco di potenziali singoli: tutti i brani in questo lavoro, infatti, potrebbero essere usati come pezzi promozionali per la facilità con la quale si stampano in testa dopo un solo ascolto. Il disco in questione è comunque superiore al precedente “Got Your Six”, dove la band faceva trasparire un senso di stanchezza generale che qui non è minimamente presente. Tirando le somme, possiamo dire che “And Justice For None” ci riconsegna i Five Finger di sempre: tamarri, caciaroni, arroganti e ironici (guardate il video di “Sham Pain” se non ci credete). Se non li avete mai apprezzati, non provate nemmeno ad ascoltare il disco, se invece siete fan della band americana o cercate un party album, buttatevi senza esitare su questa nuova prova in studio della band a stelle e strisce.

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