HUNGRY LIKE RAKOVITZ-Nevermind The Light

by Alessandro Coos

Non esistono compromessi, non esiste una luce in fondo al tunnel e non esistono speranze nell’opprimente e feroce proposta dei nostrani Hungry Like Rakovitz, ma solo rabbia e sofferenza espressa mediante testi diretti accompagnati da una musica brutale ed estrema dalle mille sfaccettature ed influenze.
Nevermind The Light è il ritorno discografico dei nostri dopo tre anni dal precedente The Cross Is Not Enough ed è un disco stupendo e potente, che si ritaglierà sicuramente uno spazio importante nelle classifiche del genere del 2016 e che permetterà agli Hungry Like Rakovitz di uscire dall’underground per ritagliarsi un posto meritato nel mainstream del Metal estremo.
In questo nuovo album le diverse influenze presenti sono perfettamente amalgamate e supportate da una splendida produzione che crea un muro sonoro possente e claustrofobico e che permea le canzoni di un alone oscuro e mefitico.
In Nevermind The light infatti troverete possenti stacchi sludge che vi travolgeranno come un branco di bisonti, putridi e marci passaggi death metal e malsane dissonanze post-core, il tutto condito con atmosfere oscure e gelidi riff Black Metal e violenti stacchi Grindcore.
Il gruppo colpisce diretto e duro sia che si muova su tempi folli e veloci e sia nei midtempo pachidermici e possenti, come nelle impenetrabili e macchiate dalla nera fiamma Dissident e Pagan Terrorism.
Non da meno i brani veloci che sono da sempre il territorio dove il gruppo impone la propria anima, ma rispetto al passato troviamo una spiccata vena Black metal rispetto a quella postcore che rende i brani vari ed interessanti.
Esempio sono Inevitable Return to Darkness con il suo giro di chitarra che deve molto alla scena norvegese, la brutale e marcia Trophies not Prisoners e la ruvida Black Comet.
Non mancano però elementi affini al post-core, come la complessa Farewell To Solar System o mastodontici e fangosi brani vicini allo sludge, Wildweed e la finale e con passaggi ambient Refusing Light.
Nevermind the light rappresenta uno dei migliori esempi di come si possa suonare Metal estremo uscendo dai soliti schemi, risultando originali con una proposta onesta e varia che non perde un’ oncia in aggressività e personalità, vivamente consigliato a tutti gli amanti del genere.

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