IN FLAMES -Battles

by Riccardo Basso

Parlare di un album degli In Flames non è mai semplice, soprattutto negli ultimi anni visto che la band ha continuato ad evolversi partendo da un melodic death metal di stampo svedese, passando poi per un metal ricco di riffoni e groove di matrice americana per poi produrre una miscela di alternative metal misto a rock radiofonico. “Battles” è il successore di “Siren Charms” e continua su questa strada solo che a differenza del suo predecessore riesce a non annoiare e a coinvolgere l’ascoltatore, merito soprattutto dei suoni che risultano molto curati e potenti e questo dunque permette alle canzoni di suonare sempre fresche anche dopo più ascolti. Una cosa che si può notare dopo i primi pezzi è la presenza sempre maggiore di parti elettroniche le quali però raramente risultano pesanti poiché la band è riuscita ad amalgamarle bene, un esempio lo si può avere in “In My Room” che tra l’altro si rivela un ottimo pezzo da proporre live, ma questo discorso forse potrebbe essere fatto per la maggior parte dei brani che compongono “Battles“. Una caratteristica del disco in questione infatti è data dal fatto che molti dei suoi pezzi, potrebbero essere riproposti live grazie a dei ritornelli immediati e canticchiabili, come per esempio quello di  “Here Until Forever” dove i richiami agli ultimi Bring Me The Horizon emergono prepotentemente. Le canzoni migliori del disco si trovano nella prima parte del lavoro dove la band decide di puntare sulla melodia e sul groove, esempi di ciò sono la già citata “In My Room“, “The End” o l’opener “Drained“. Nella seconda parte di “Battles” infatti la qualità globale cala e il tutto suona meno ispirato, emblematiche in questo senso la titletrack o la conclusiva “Save Me“. Nel complesso il disco scorre senza infamia e senza lode e si rivela divertente. “Battles” dunque è destinato a dividere critica e pubblico come tutti gli ultimi album della band, a detta di chi scrive questo nuovo album però è un buon disco che scorre liscio senza troppi problemi e spinge la band verso lidi sempre più legati a un metal leggero e quasi radiofonico (basti pensare a “The Truth“)  di matrice americana. L’album in questione si rivela comunque un enorme passo avanti rispetto all’anonimo “Siren Charms” e se come il sottoscritto avete adorato “Sounds Of A Playground Fading“, con questa nuova fatica della band svedese andrete sul sicuro. Tirando le somme bisogna dire che “Battles“, sebbene non si riveli un disco particolarmente esaltante, è comunque un lavoro ben suonato e che riporta gli In Flames sulla retta via, non quella del melodic death metal, ma perlomeno la band è riuscita a produrre un disco comunque interessante e che si lascia ascoltare dall’inizio alla fine grazie alla sua immediatezza. “Battles” non è paragonabile ai primi lavori della band svedese per il semplice fatto che il genere proposto dai nostri è totalmente diverso al giorno d’oggi, ma mettendolo a confronto che gli ultimi dischi della band quindi con tutto ciò che gli In Flames hanno pubblicato dal 2008 in poi, quest’ultimo è senza dubbio tra i risultati migliori della band.

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