LENORE S. FINGERS – All Things Lost On Earth

by Giuseppe Turchi

Se con “Inner Tales” i LENORE S. FINGERS avevano proposto un gothic metal dalle tinte marcatamente doom, con l’ultimo “All Things Lost On Earth” i Nostri cercano di elaborare il proprio stile contaminandolo con elementi Avantgarde e Progressive. Il disco, uscito lo scorso 23 marzo per My Kingdom Music, vanta la collaborazione strumentale di Anna Murphy (Cellar Darling, LETHE, ex-Eluveitie) e propone una musica crepuscolare dal forte contenuto emotivo sull’onda di Novembre e primi The Gathering.

Malinconia, inquietudine e nostalgia vengono esplorate a fondo nei dieci brani che compongono la tracklist. Parliamo di emozioni subdole, pesanti zavorre dell’anima che, se lasciate incontrollate, perpetuano se stesse fino a negare ogni spazio al pensiero positivo. Per raccontarci questo, i LENORE S. FINGER sfruttano la potenza espressiva dei propri strumenti mantenendo un tono dolce e litanico, quasi mai aggressivo, che si lascia cullare volentieri da intermezzi in clean guitar e piano. Le tastiere e la ghironda di Anna Murphy aiutano a dare sostanza al tutto, integrandosi molto bene con le distorsioni di Patrizio Zurzolo.

Possiamo spendere sin d’ora una nota di merito per quello che riguarda il songwriting delle parti strumentali. Vi è infatti un ottimo equilibrio armonico tra le varie partiture, con una scelta dei riff che definirei semplicemente azzeccata, così come le ritmiche della batteria di Gianfranco Logiudice. Sebbene sia sempre difficile parlare di originalità, non si può non riconoscere una gradevole varietà nelle melodie, nonché un impegno e una saggezza che stimolano l’ascolto. La composizione delle parti vocali, invece, è il tallone di Achille dell’album.

Precisiamo: non è la performance tecnica di Federica Catalano a farci storcere il naso, quanto la sua monotonia e ripetitività. Pur essendo in tema con il concept e con il genere, la metrica dei vocalizzi indugia costantemente su note lunghe prive della varietà che invece contraddistingue gli arrangiamenti. La cosa risulta ancora più evidente se si confronta la prova di Federica con quella della Murphy nel progetto LETHE. “All Things Lost on Earth” presenta lo stesso canto litanico di “The First Corpse of The Moon”, ma le sfumature che Anna riesce a mettere in ogni brano sono qualcosa che manca ai LENORE S. FINGERS. Ciò si ripercuote negativamente sull’intero disco che purtroppo vede smorzate le buone intuizioni del comparto strumentale.

Tra i brani segnaliamo “Lakeview’s Ghost” per il suo tocco cristallino e dolce; “Ever After” per il radicale cambio di ritmo, al minuto 04:08, che aggiunge energia senza nulla togliere al dramma; “Luciferines” per la bella integrazione di strofe in italiano e cenni di folk. Degna di nota, infine, anche la titletrack “All Things Lost on Earth“. Qui Federica ci regala un’interpretazione più elaborata e coinvolgente, mentre Zurzolo si diverte sulle sei corde con un riffing particolarmente ispirato.

In conclusione, i LENORE S. FINGERS meritano senza dubbio la promozione per la qualità tecnica e la sensibilità infusa in ogni canzone. Siamo sicuri che, una volta aggiustate alcune ingenuità nelle melodie vocali, sapranno esprimere appieno il loro potenziale.

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