MAJESTICA – Above the Sky

by Luca Gazzola

Esordiscono i Majestica con un album intero che si andrà ad analizzare. Il gruppo è nato nel 2004 con il nome di Reinxeed a Boden, Svezia, da Tommy Johannson (noto per militare anche in altri gruppi tra cui i Sabaton), a cui si sono uniti Chris David e Alex Oriz. dopo un periodo di calma, sono tornati alla ribalta con un nuovo nome quest’anno e lanciando dei singoli presenti in “Above the Sky“; è un album liscio come l’olio, un connubio orecchiabile tra power, Symphonic con qualche traccia di Epic che non guasta mai, il tutto definito con una forma abbastanza rodata e con una batteria scatenata, il basso virtuoso, le chitarre a distorsione leggera onnipresenti tra riff sostenuti e assoli graditi, tastiere di contorno e la voce che sfodera acuti alla Halloween. Tutto spalmato in maniera omogenea su 10 pezzi di una durata che va da 4 a 8 minuti per un totale di 55 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Above the Sky: prima canzone dell’album. Pezzo scatenato che apre un album scatenato, dove si può vedere ogni componente all’opera con virtuosismi e riff leggeri e semplici, tastiere ed effetti usati in maniera magistrale, interrotti da assoli orecchiabili. Quasi 6 minuti di canzone che volano senza intoppi dall’inizio alla fine.
  • The Rat Pack: terzo pezzo. Un pezzo epico e allegro come suoni, che continuano a essere frenetici e veloci, con il cantante che dà prova di abilità con acuti a tratti impressionanti. Un pezzo inconfondibile.
  • Night Call Girl: sesta canzone. Un pezzo particolare con influenze Rock classico e Symphonic più marcate rispetto altri pezzi, rasentando vagamente in alcuni punti le canzoni più vivaci dei Pooh. Un pezzo apprezzato su Spotify nonostante ciò, di sicuro duttile per tutte le persone che ascoltano musica leggera e un po’ retrò.

Rispetto ai Reinxeed le influenze Power e Heavy classiche sono state ridotte, favorendo la componente Symphonic ed Epic. Se prima si coglievano influenze di Iron Maiden o di Dragonforce a rallentatore, ora si sentono di più Rhapsody e Sailing to Nowhere. Un album magistrale che perde un po’ sul finale ma potrebbe restare uno degli album Power più validi quest’anno.

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