MOONSCAPE – Entity

by Alberto Olivi

Oggi ho tra le mani un progetto particolarmente ambizioso: “Entity è un disco autoprodotto dal norvegese Håvard Lunde sotto il nome di Moonscape. Quest’uomo ha composto e registrato gran parte degli strumenti (chitarre, percussioni, tastiere, basso, voci) di questa suite di 40 minuti, divisa in nove movimenti. Ad aiutarlo ha chiamato altri undici musicisti provenienti da band come Unspoken, Kvesta, Spiral Architect, LordDivine e altri, più tre cantanti diversi.

A cosa servono tre cantanti? A differenziare i tre personaggi protagonisti di questo concept album: la storia di un uomo (Matthew Brown) che non vuole più affrontare il mondo che lo circonda. In aiuto ha suo padre (Jim Brunaud), mentre un demone (Kent Are Somerseth) residente nel suo inconscio lo tormenta. A questo aggiungo che il disco è anche un campionario di sottogeneri del metal, dall’heavy metal classico su “Abandonment“, al progressivo stile Opeth in “Under Absent Clouds“, al black di “A Stolen Prayer“, per poi tornare con un evocativo solo di sax al prog stavolta di stampo Dreamtheateriano su “A Crack In The Clouds“. Non è per nulla un disco semplice, ad un primo ascolto è facile perdersi, tra gli intrecci di suoni e i cambi di stile vocale abbastanza pesanti, nella trama stessa del concept. Il missaggio non aiuta la fruibilità del prodotto, i suoni sono plasticosi (in particolare la batteria ha un chè di finto) e distinti tra loro. Inoltre le voci, due pulite e una in growl, escono troppo dal seminato contribuento alla sensazione di eterogeneità.

Già dopo qualche ascolto, però, emergono i pregi. Innanzitutto le tracce sono collegate tra loro, quindi è d’obbligo ascoltarlo tutto d’un fiato. I musicisti che collaborano a questo progetto, inoltre, sono davvero validi e sanno cosa fare e quando farlo. Le idee compositive di Lunde funzionano e avendo sotto mano i testi delle canzoni sembra di ascoltare un audiolibro, rendendo semplice calarsi nell’ambientazione di questa storia.

Lo consiglio agli amanti del progressive, che sia rock o metal poco importa. Peccato per la produzione carente, ma se avete voglia di viaggiare con la mente, questo disco è quello che fa per voi.

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