REVOCATION – The Outer Ones

by Tancredi Cassina

Due anni dopo l’ultima uscita, i Revocation tornano con “The Outer Ones” proponendo al loro pubblico quello che potrebbe rappresentare l’opera omnia di una band che non ha mai mostrato carenza di idee e talento. Un disco così bello e completo da rendere difficile la scelta di un brano che risalti sugli altri, un’esecuzione maestosa e un songwriting talmente vario e superbo da rendere ogni singola sfumatura di “The Outer Ones” qualcosa di indelebile.

Senza voler levare lustro a uno qualsiasi dei nove brani che compongono questo album, ritengo sia doveroso parlarne nella sua interezza, in quanto longevità e qualità stupiscono dal primo all’ultimo minuto. La struttura, gli arrangiamenti, i tecnicismi e i prodigi della band statunitense raggiungono un livello inedito, mettendo i Revocation su quello che è il gradino più alto del loro personalissimo podio.

Dave Davidson supera se stesso dimostrando le sue enormi doti di chitarrista con una prova esemplare sia nel generare una quantità stupefacente di riff accattivanti, d’effetto ma rimanendo sempre chirurgicamente pesante e violento, sia esplorando il lato più atmosferico e virtuoso del suo strumento. Senza nulla togliere all’incredibile e solido reparto ritmico dei Revocation (che in più occasioni splende come un faro nella notte, supportando in maniera esemplare l’esuberanza della band), il chitarrista, frontman e leader della band colpisce e travolge immediatamente con le sue idee che talvolta spaziano dalle ritmiche Death e Thrash Metal più classiche a visioni e parti soliste più ispirate a Fusion e Jazz, il tutto condito da linee e intermezzi che spiazzano totalmente, pur rimanendo perfettamente integrati nella struttura del pezzo.

Dovute lodi a parte, “The Outer Ones” proietta i Revocation in una dimensione per pochi: l’enorme salto di qualità li porta dall’essere una band valida ma che deve sgomitare un po’, al dare una ferma e decisa idea di esser sulla vetta del genere e delle loro possibilità, pubblicando un lavoro che senza troppa fatica si può definire un capolavoro del genere e sicuramente una delle top release di questo densissimo 2018.

 

 

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