THE THIRTEENTH SUN – Stardust

by Matteo Avola

“Polvere di stelle”: un titolo che fa già presagire il contenuto di quest’album. Un suono enfatico e magico. Principale scopo di questo gruppo di nazionalità rumena è quello di abbandonarci in un’infinita galassia, dove la musica progressive fa da padrona. Fondati nel 2011 da Marius Muntean e Radu, i The Thirtheenth Sun si sono posti l’obiettivo di espandere l’interesse della società verso un sound poco ricercato attualmente, ma raffinato e soddisfacente da ascoltare per orecchie ben abituate. Sono una completa e perfetta mistura di atmosfere da sogno, elementi prog e death metal, che va a creare una sorta di impeccabile unicità e continuità all’interno di questo genere.

Dimentichiamo dunque per un attimo la noiosa realtà che conosciamo e facciamoci trasportare dalla loro prima traccia, “Universus”. Il brano parte con il basso ben deciso di Alecu, mentre le tastiere di Marius Muntean ci fanno percorrere con la mente scenari di lontane galassie. Si sussegue la voce calda di Radu, cantante e chitarra solista del gruppo. Dopo un momento di pura bellezza e spasmo emotivo ecco che parte un riff di chitarra metal accompagnata dalla voce per proseguire fino alla fine, lasciando un breve spazio all’acustica. Si va avanti con “Pathways”, song con forti richiami ai Porcupine Tree, ma verso il quarto minuto della traccia la batteria viene portata ai massimi livelli grazie all’uso della doppia cassa assieme a una violentissima sfuriata di chitarre.
“Planes of Creation” rasserena noi ascoltatori con un armonioso assolo di chitarra pulita, per poi giungere al terzo minuto con una fase di metal brutale. Le chitarre eseguono riff impressionanti, sostenuti da un potente growl aggressivo quasi quanto quello di Mikael Akerfeldt, giusto per fare un nome. In “My Sky is Burning” il prog viene lasciato da parte per poter maggiormente accentuare il lato metal della band. Si sente un po’ di strumentale a metà brano per poi lanciarsi spedito in una sorta di Progressive Death Metal come in “Still Life” degli Opeth. La quinta traccia “Melting Skies” si apre con un avvolgente intro di pianoforte, per poi dare spazio ad un innato tecnicismo stilistico del gruppo. Stesso tecnicismo che viene ripetuto in “The Fabric of Time”. Stardust si conclude con “Glowing Sun”, dove le parti vocali vengono totalmente eliminate per dare maggior risalto alla strumentazione.

Un album notevole per i The Thirteenth Sun, non c’è che dire! Per chi ama questo genere è come manna dal cielo!

 

Tracklist:

  1. Universus
    2. Pathways
    3. Planes of Creation
    4. My Sky is Burning
    5. Melting Skies
    6. The Fabric of Time
    7. Glowing Sun

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