VAREGO – Epoch

by Luca Gazzola

I Varego sono una band di Arenzano (Genova), nata nel 2009 e con all’attivo già un full length del 2012 (“Tumultum“) e un EP pubblicato l’anno successivo (“Blindless to the Sun“). Lo scorso ottobre hanno pubblicato il loro secondo album recensito qui. È composto da 6 tracce, di una durata dai 4 ai 7 minuti per una durata complessiva di 36:30 minuti, in pratica un EP lungo. I suoni sono registrati puliti, mentre la voce è ovattata; il missaggio è inusuale, con la batteria a tratti bassa, il basso non è distorto ed è a un volume piuttosto basso dando un senso di piattume alle canzoni, le chitarre distorte in primo piano rispetto alla voce che funge da accompagnamento in quanto al volume. Il ritmo dell’album è uniforme e fila tranquillo dall’inizio alla fine, e talvolta non si capisce quando finisce una canzone e comincia l’altra.

Tra le canzoni rilevanti:

  • Phantasma: secondo pezzo dell’album. Cinque minuti con suoni distorti e pesanti ben piazzati a dare un’atmosfera particolarmente oscura. Prevalgono le parti strumentali con una gamma di suoni tra le chitarre e il basso varia spaziando tra il distorto del death, black e doom metal. Si può riassumere in un inizio più lento per poi dare una carica finale e outro.
  • Flying King: terza traccia. È la più corta dell’album, ma ascoltando il disco si perde la percezione del tempo: sembra che i pezzi si dilatino a dismisura tra i vari cambi. Uno dei pezzi più cattivi, ma ciò non è dovuto alla brutalità: è una cattiveria particolare, che crea un’atmosfera cupa senza che gli strumenti calchino troppo la mano in tecnicismi o scendendo di scale.

Rispetto alle opere precedenti, si sono aggiunti suoni più ricercati e la brutalità palese ha ceduto gradualmente il posto ad una più velata e maligna. Mentre nel primo album il genere si poteva collocare come un incrocio dei generi classici, con questo è più difficile: la componente sperimentale è predominante ed ha ben pochi paragoni, in un’evoluzione graduale percepita soprattutto rispetto nell’EP in cui i suoni variano lasciando in parte riff complicati presenti nel primo e preparando sonorità particolari e distorsioni che dominano sovrane in questo album, che si può riassumere come singolare, strano e breve, ma solo sulla carta.

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