VAREGO – I, Prophetic

by Luca Gazzola

Ritornano i liguri Varego a 3 anni dall’ultimo album “Epoch“. Si tratta di un gruppo italiano con base ad Arenzano, dove ha iniziato nel 2009 ed esordito con “Tumultum” nel 2012. Il 15 febbraio scorso è uscito questo nuovo full-length dalle registrazioni ben fatte e mixate, dove si può percepire l’influenza di svariati generi che spaziano dal rock classico al grunge al doom metal vecchio stampo, con aggiunta di effetti esterni come tastiere. Il disco comincia molto bene con pezzi orecchiabili e vivaci, mentre nella seconda parte perde presa con canzoni un po’ insipide e poco ispirate. L’album è composto da 8 pezzi di una lunghezza variabile dai 3 minuti ai 6 e mezzo, per una durata complessiva di 37 minuti.

Tra le canzoni rilevanti:

  • The Abstract Corpse: secondo pezzo dell’album. Inizio col botto con un intro di tastiere tranquillo e melodico ma molto valido che ricorda “Origin“, ma in aperto contrasto con questa canzone per la distorsione degli strumenti che rimanda agli anni ’90, ai Black Sabbath o ai Metallica un po’ attutiti e smorzati tra le parti lente e veloci. Contando anche la voce pulita con un po’ di eco si crea un’atmosfera particolare che viene portata avanti per tutto l’album, motile ma ovattata come un sogno movimentato.
  • I, Prophetic: terza canzone. Un pezzo molto apprezzato anche su Spotify, è uno di quelli che più riprende lo spirito degli album precenti, con riff ben scanditi e con un buon groove, voce alterata dagli effetti, anche se i rumori esterni non hanno una parte. Qui la componente rock è prevalente, come anche in “Of Dust“, dove c’è un assolo godibile.

Rispetto agli album precedenti è stata presa una piega rock/post metal più concreta, con meno sperimentazioni o effetti, compensata in parte da registrazioni e mix migliorati, canzoni più corte, concentrate e senza intro lunghi che invece caratterizzavano “Epoch“. Lo stile è rimasto, i ritmi altalenanti tra post metal e thrash metal sono stati conservati smorzandone gli estremi, ma soprattutto l’atmosfera creata dai pezzi, vero biglietto da visita della band, è sempre la stessa. Riassumendo, ci sono state delle semplificazioni nelle canzoni senza stravolgere lo stile, e i vecchi fan non saranno delusi.

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