VIII – Decathexis

by Alessandro Coos

Un lungo viaggio attraverso i meandri della nostra mente, permeati da ansia e orrore.
Potremmo descrivere così questo nuovo album dei nostri compatrioti VIII, che segue a quattro anni di distanza il sorprendente debutto Drakon e rappresenta il secondo album nella loro carriera, iniziata nel 2011 come Division Hate.
Una delle caratteristiche che più si apprezzano del gruppo è la cura dei dettagli e dei singoli elementi che ruotano intorno alla musica proposta, sinonimo di grande passione e dedizione.
Il punto di partenza per addentrarsi e comprendere Decathexis è il titolo stesso del disco, che indica in psicologia lo stato di regressione in cui un paziente si distacca dalla realtà perdendo interesse verso qualunque cosa.
Senso di perdizione che è il punto focale da cui si sviluppa una riflessione arguta e intima sull’esistenza dell’uomo, attraverso l’analisi critica del pensiero filosofico espresso da diversi filosofi del secolo scorso, tra cui Nietzsche.
Concetti ripresi e definiti attraverso una copertina elegante e disturbante in cui una sagoma umana indefinita si perde su uno sfondo che ingloba in sé diverse sfumature di rosso e nero e rappresenta alla perfezione la perdita di noi stessi e la sofferenza del vivere.
Per poter trasportare in musica concetti cosi ampi ed elevati, il gruppo crea un black metal d’avanguardia in cui inserisce diversi elementi esterni al genere, consegnandoci una proposta sonora raffinata ed al contempo disturbante.
Attraverso tre lunghi brani che toccano i cinquanta minuti, il gruppo alterna sfuriate black metal, rallentamenti doom, stacchi industrial malati e passaggi dissonanti e complessi figli del jazz.
Inutile analizzare singolarmente i tre brani che compongono questo disco, per comprende appieno un lavoro come Decathexis bisogna premere avvio e lasciarsi avvolgere dall’atmosfera insana e malata del concept lirico attraverso l’incubo sonoro preparato dai VIII.
Lascetevi quindi ammalliare da questo stupendo affresco d’avanguardia che, nonostante la lunga durata, sa conquistare dal primo ascolto.

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